| Per coloro che erano fans di Resident evil, pultroppo che ha preso una brutta strada cmq nonostante tutto' l'unico scopo di seguire la storie e quello dei personaggi
Uno dei primi giochi a far mostra di sé sulle console di nuova generazione, per quanto solamente in fotografia, è stato finalmente in nostra compagnia poche ore fa al Los Angeles Convention Center. Compagnia "attiva", visto che abbiamo potuto mettere le mani sul joypad e provare in prima persona le novità apportate da Capcom alla sua celebre serie...
un viaggio in Africa
Com'è ormai noto, Resident Evil 5 è ambientato in Africa, continente che ospita un visitatore da noi ben conosciuto: si tratta di Chris Redfield, ora in forza alla BSAA (Bioterrorism Security Assessment Alliance) e alla ricerca delle radici stesse del virus sviluppato da Umbrella, causa di "tutti i mali" narrati fin qui dal franchise di Capcom.
Per parlare del gioco non ci si può esimere dall'analizzare, anche sommariamente, il suo aspetto tecnico: molti giochi di nuova generazione hanno sofferto il passaggio tra lo screenshot e il gioco reale, ma per fortuna non è questo il caso: Resident Evil 5 è semplicemente fenomenale, sia a livello grafico grazie a ambientazioni complesse, riccamente definite e illuminate alla perfezione, sia a livello sonoro, cosa che abbiamo potuto sperimentare grazie alla postazione di prova, dotata di altoparlanti sul poggiatesta e di un potente subwoofer posto al di sotto della seduta.
Le due versioni, PlayStation 3 e Xbox 360, sono virtualmente identiche. Volendo proprio trovare il pelo nell'uovo si potrebbe dire che quella per la console Microsoft è un po' più "precisa", mentre l'immagine restituita dalla console di Sony è leggermente più morbida. Ma sono appunto differenze risibili, a prima vista nulla sembra separarle a livello di densità poligonale, texture e illuminazione.
Un'illuminazione particolarmente ispirata e virata su toni caldi e desertici, com'è ovvio visto che ci troviamo di fronte a un'ambientazione africana. Il passaggio dalla luce piena ai bui tipici delle baracche e delle case che dovremo attraversare non è eccessivamente penalizzante e tutto resta sempre molto godibile, con un frame rate già ora perfettamente stabile nonostante i tanti nemici sullo schermo e quanto accade attorno a noi.
la svolta cooperativa
Grande novità di questo nuovo capitolo è la compagnia di cui potremo godere durante l'avventura. Chris, non è un segreto ormai, è accompagnato dalla "collega" del BSAA Sheva Alomar, e questa si è dimostrata prontissima a rispondere alle sollecitazioni proposte dal campo di battaglia. Anche se principalmente saremo noi a "menare la danza", a raccogliere oggetti e a stabilire in quale dei due inventari questi debbano andare, Sheva dimostra un buon grado di indipendenza in tutte le situazioni, appoggiandoci per coprirci durante le avanzate, muovendosi in solitaria in luoghi che non possiamo raggiungere, fornendoci proiettili quando abbiamo terminato le nostre scorte (a patto che lei li abbia, ovvio), intervenendo con un'iniezione di adrenalina quando saremo lì lì per passare a miglior vita.
I due livelli provati, insomma, hanno confermato la bontà del sistema messo a punto da Capcom, che prevede anche momenti in cui i due protagonisti saranno separati. Capiterà, infatti, che certe zone siano accessibili solo a Sheva, e noi dovremo "coprirla" da distanza, magari utilizzando un fucile da cecchino, per fare in modo che possa raggiungere sana e salva il suo obiettivo. Proteggere Sheva è fondamentale, poiché la sua dipartita causa il Game Over esattamente come quella di Chris, e quindi dovremo fare attenzione allo stato di salute della nostra compagna, curarla se è il caso (può far da sola ovviamente, ma tendenzialmente saremo portati a raccogliere tutte le erbe curative), fornirle supporto.
In multiplayer, invece, sarà possibile far controllare Sheva da un amico e procedere così in cooperativa.
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