il lato oscuro delle crociere, quando una vacanza può diventare altro

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Lahmreloaded
icon9  view post Posted on 15/5/2009, 22:05




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L'OSCURO BUSINESS DELLE CROCIERE
9 Settembre 2008 07.21 - Di: gloria - Fonte: Tempus Vitae



A bordo, gioco d’azzardo, droga a fiumi e super-alcoolici duty-free a basso prezzo pare abbIano creato qualche problema

La cittadina di Zuihuatanejo, località di vacanza sulla costa pacifica del Messico, ha vinto: minacciate dalla rivolta popolare, le autorità hanno cancellato il progetto di costruire un molo capace di dare attracco a due navi da crociera in contemporanea. Sapete, quegli alberghi galleggianti dediti al divertimento organizzato, pieni di hall «di lusso», sale da ballo, saune e piscine, ristoranti e casinò, lunghi anche 500 metri, che torreggiano come grattacieli a ridosso delle vecchie città visitate, e che se ne vanno dopo due giorni lasciando alla località qualche tonnellata di spazzatura e, talora, avendo prosciugato l’acqua potabile della zona.

Il numero dei passeggeri che visitano le acque messicane su navi da crociera è passato da 3,2 a 6,4 milioni l’anno dal 2000 al 2007; 22 porti messicani consentono l’attracco a questi casinò galleggianti. Ma la popolazione è convinta che l’arrivo di queste masse di turisti praticamente autosuffficienti porti poco o nulla allo sviluppo locale.

Le statistiche sembrano dar ragione a questa tesi: il business delle crociere ha portato al Messico nel 2007 487,5 milioni di dollari (nel 2001 erano 201 milioni) e creato 16 mila posti di lavoro; una briciola nel complesso dell’industria turistica messicana complessiva, che nel 2007 ha fruttato al paese 12,9 miliardi di dollari, e occupato 2,4 milioni di addetti.

Nel corso della polemica, sono stati rivelati dati preoccupanti su questa industria in grande sviluppo. Li riferiamo, specificando che essi valgono per le due grandi compagnie statunitensi leader del settore, la Carnival Cruise Line e la Royal Caribbean; ditte quotate alla Borsa di New York, ma per eccellenza «transnazionali», non si adeguano ad alcuna legislazione sociale nè salariale di alcun Paese.

Sicchè i lavoratori del settore (che nelle Americhe si valutano in 150 mila circa), per lo più assunti da Paesi del terzo mondo, ricevono paghe da 10-20 dollari al giorno per giornate lavorative di 13 ore, più vitto e alloggio, certo; l’alloggio consistendo in amache stesse nei ponti più bassi, surriscaldati e soffocanti. Il cibo consiste negli avanzi dei clienti. Il personale di servizio in cabina riceve salari mensili da 50 dollari, poichè si suppone che il resto debbano guadagnarselo con le mance.

Il profitto netto della Carnival, intanto, nel 2007 è stato di 2,4 miliardi di dollari, quello della Royal Caribbean di 633 milioni. Il mercato europeo è in frenetica espansione e l’euro forte aiuta i conti, anche se il mercato USA sta calando. Le compagnie di navigazione però si lamentano: il settore è «fortemente competitivo» e i rincari del greggio limano i profitti (ma Carnival e Royal, dal 2008, addebitano una sovrattassa per costi carburante di 140 dollari ad ogni passeggero).

Le destinazioni sono scelte dalle compagnie, non tanto per assecondare le preferenze dei loro turisti, quanto in vista della minimizzazione dei costi. Per esempio, l’Alaska ha appioppato una tassa di 50 dollari a passeggero per «servizi ambientali e infrastrutturali»; il parlamento messicano solo ora ha deciso di estrarre 5 dollari a passeggero, e la tassa non è ancora entrata in vigore.

Quanto ai «divertimenti» - o piuttosto ai bagordi - a bordo, gioco d’azzardo, droga a fiumi e super-alcoolici duty-free a basso prezzo pare abbiano creato qualche problema. Almeno secondo l’associazione International Cruise Victims, nata nel 2006, con centinaia di associati in 16 Paesi, che hanno documentato una incredibile serie di delitti - impuniti - che avverrebbero durante le crociere.

Il gruppo ha comprovato la scomparsa di almeno otto persone fra il 2004 e il 2006: poichè gli eventi sono avvenuti in acque internazionali, pare che non ci sia modo di condurre serie indagini. Il presidente dell’ICV, Kendall Carver, ha perso la figlia Marianna, 40 anni, svanita nel nulla il 28 agosto 2004 durante una crociera in Alaska della Celebrity Cruise Lines. Laura Dishman, un’altra socia, ha deposto di essere stata violentata in una denuncia che ha depositato a Sacramento.

«Non c’è sicurezza, non c’è legge sulle navi», dice, «è il Far West in rotta». La Royal Caribbean ha dovuto riferire al Congresso con una relazione, in cui ammette che fra il 2003 e il 2005 sono avvenuti 237 «incidenti a sfondo sessuale», comprese violenze di gruppo, durante le sue crociere. Secondo Carver il numero è molto superiore, perchè è raro che le vittime di stupro facciano denuncia.

Per di più, le compagnie usano proprio personale di sicurezza, alle loro dipendenze, che molto probabilmente non riportano i fatti alle autorità penali, per non rovinare l’atmosfera di festa perpetua tipica delle crociere.

L’IVC sta cercando di far approvare dallo Stato della California una legge che imponga la presenza a bordo di un poliziotto o di un funzionario californiano, insomma un agente indipendente per constatare non solo i delitti, ma le violazioni delle altre norme, per esempio ambientali. Le compagnie hanno minacciato, se passa la legge, di «saltare» i porti californiani. Ora l’associazione delle vittime delle crociere sta facedo lobby per ottenere una legge federale.

di Maurizio Blondet EFFEDIEFFE

 
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nemesis85
view post Posted on 18/5/2009, 15:10




questa storia mi ricordo tanto il film la nave fantasma fantasmi che prima erano viaggiatori che vennero uccisi
 
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1 replies since 15/5/2009, 22:05   183 views
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